Croazia, il passato che ritorna

In Croazia la politica fatica ancora a fare i conti con i crimini del movimento ustascia, che durante la seconda guerra mondiale ha fondato uno stato fascista, satellite del terzo Reich (lo Stato Indipendente Croato, NDH). Grande influenza hanno avuto i membri della diaspora anticomunista che, migrati all’estero negli anni della Iugoslavia socialista, sono tornati in Croazia negli anni ’90 e hanno dato forza al sentimento nazionalista che regnava nel Paese in quel periodo di guerra e divisioni. Ne parla Edvard Cucek in un articolo già uscito per atlanteguerre.it il 9/ 12/ 2019.

Nel testo due immagini dall’archivio di Nikola Majstorović dove si vede una giovane Zdravka Bušić che si esercita a sparare. In mezzo, lo stemma dell’esercito croato ai tempi di Pavelić ritratto in copertina durante una seduta del parlamento all’epoca del regime (1941-1945)

Indossava una divisa colore verde oliva. E con la pistola in mano e sulla spalla lo stemma dello Stato Indipendente di Croazia*, a metà degli anni Settanta nei boschi vicino alla città americana di Cleveland insieme ad un’amica si esercitava a sparare. La allora venticinquenne Zdravka Bušić, insieme al fratello Zvonko e al marito Vinko Logarušić, era anche membro della “Resistenza popolare croata”, un’organizzazione fondata dal generale Vjekoslav Maks Luburić dopo la seconda guerra mondiale. Questo comandante degli Ustascia era noto anche come “Il Guardiano” del campo di concentramento di Jasenovac (Croazia), dove furono commesse atrocità di massa contro Ebrei, Serbi, Rom e tutti gli altri oppositori al regime nazi fascista. Oggi Zdravka Bušić è sottosegretaria al ministero per gli Affari Esteri ed Europei.

Tutta la storia è partita da un giornalista croato – Nikola Majstrović – che attualmente vive e lavora in Svezia il quale ha avuto occasione, come lui stesso conferma, di scattare una le ormai famose fotografie che ritraggono la sottosegretaria da giovane mentre si esercita. Nei decenni passati Majstrović si è guadagnato notorietà perché ha scritto diversi libri e ha realizzato dei film sull’emigrazione croata nel mondo. Dimostrò omicidi, pubblicò fotografie e numerosi documenti riguardanti i movimenti secessionisti e le loro cellule operative che spesso compivano anche atti di vero e proprio terrorismo. Come persona molto informata sui fatti Majstorović nel 1976 fu ingaggiato dalla televisione nazionale svedese per realizzare un documentario sulla emigrazione croata intitolato: “Croati: terroristi o combattenti per la libertà?”.

 Un passato che non passa

Stemma dello Stato Indipendente Croato, da Wikipedia
Stemma dello Stato Indipendente Croato, da Wikipedia

In quel periodo, esattamente il 10 settembre 1976, il fratello di Zdravka, Zvonko Bušić insieme ai “camerati” della “Resistenza popolare croata” compie una vera azione   terroristica dirottando l’aereo passeggeri in volo da New York a Chicago. Dopo essere atterrato temporaneamente a Montreal e per dimostrare che le sue intenzioni erano serie, Bušić informò i media di aver piazzato anche una bomba in una stazione ferroviaria di New York. L’agente di polizia newyorkese Brian Murray morì durante il disinnesco dell’ordigno esplosivo. Un anno dopo Zvonko Bušić fu condannato all’ergastolo dalla magistratura statunitense. Le sue dichiarazioni anche in quel momento restarono invariate. Faceva di tutto per attirare l’attenzione della politica mondiale sulla situazione della Croazia e del popolo croato in generale nella Federazione jugoslava. Rifiutava di essere classificato come terrorista.

Secondo un altro giornalista croato Željko Peratović che collabora con Majstorović risulta che l’attuale sottosegretaria di Stato croata Zdravka Bušić era già membro della stessa cellula terroristica in quegli anni, come dimostrerebbero anche le fotografie scattate a Cleveland a metà degli anni Settanta e pubblicate in varie occasioni. Da quando lo scandalo ha causato una scossa nei palazzi del governo croato nel marzo di quest’anno coloro che chiedono spiegazioni e provvedimenti al premier croato Andrej Plenković sono sempre più numerosi.

 

Zdravka Bušić, foto tratta da Wikipedia
Zdravka Bušić, foto tratta da Wikipedia

Del caso si è occupato proprio in questi giorni anche Avdo Avdić, giornalista della testata “Žurnal”,  sollevando nuovamente il problema e sottolineando l’inaccettabilità del fatto che un personaggio con tale passato possa coprire un incarico politico così importante. Dopo il ritorno in una Croazia ormai indipendente, la Bušić è diventata nel 1992 subito consulente del primo Presidente croato Franjo Tudjman e in seguito è rimasta a capo dell’ufficio della presidenza fino al 1995 quando è poi entrata nel Parlamento croato rimanendo parlamentare sino al 2003. Dieci anni dopo, nel 2013, Bušić diventa deputata al Parlamento europeo. Oggi, sottosegretaria agli Affari Esteri ed Europei, affianca spesso l’attuale Presidente croata Kolinda Grabar Kitarović anche durante i viaggi istituzionali all’estero.

Željko Peratović sta chiedendo ripetutamente una dichiarazione dai vertici della politica croata riguardo il passato di Zdravka Bušić. Ma la risposta continua a non arrivare.

* Lo Stato indipendente di Croazia (Nezavisna Država Hrvatska) fu costituito nel 1941 con l’aiuto dei Paesi dell’Asse. Guidato da  Ante Pavelić, il fondatore degli Ustascia, comprendeva la maggior parte della Croazia e tutta l’attuale Bosnia ed Erzegovina.