Gli articoli del Kozarski Vjesnik sull’APP

UPP_Trento

Il settimanale locale “Kozarski vjesnik” in collaborazione con l’amministrazione locale di Prijedor ha pubblicato a puntate il reportage da Trento in occasione dei 20 anni di collaborazione tra le due città. Viene di seguito riproposto il testo dei tre articoli del settimanale.

COME MAI QUEGLI ITALIANI NELLA NOSTRA CITTA’?

„Non so cosa dirò quando avrò ricevuto la carta della cittadinanza d’onore di Prijedor, non ho pensato a questa cosa. Ho pensato a come vestirmi perchè voi ci tenete molto a quello. So che bisogna avere un abito nero. Mi hanno detto che però non deve essere lungo“, mi dice Cristina Bertotti uscendo dall’ufficio dell’Associazione Progetto Prijedor /APP/ situato in centro a Trento. Va di fretta  perché deve tornare a casa a preparare  il pranzo per i ragazzi, figli adottivi di sua figlia, che lei chiama nipoti..

Tutto è iniziato 20 anni fà, quando i primi volontari dall’Italia vennero a Prijedor per capire la situazione contingente per l’intervento delle Nazioni unite alcuni mesi dopo la firma degli accordi di Dayton. Tra loro c’era anche Аnnalisa Tomasi dell’organizzazione non governativa La Casa per la Pace di Trento, che successivamente fu la prima delegata dell’Agenzia della democrazia locale di Prijedor. Mi augurò il benvenuto in lingua serba e mi disse che quei quattro anni sarebbero stati gli anni più interessanti della sua vita.

„A quel progetto dell’ONU, Atlante, avevano partecipato numerose comunità locali della Bosnia Erzegovina – le 69 della Federazione e le 59 della Repubblica Serba – però solamente quelle  poche in cui esistevano buona collaborazione e forte interesse, ottennero l’ufficio ADL. Voi di Prijedor nell’anno 2000 avete ottenuto il primo e l’unico ufficio ADL della RS come parte della rete del Consiglio d’Europa. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro“, si ricorda Annalisa. „Avete avuto la NATO e l’UNHCR, però molte organizzazioni internazionali sono venute a Prijedor proprio perchè già c’eravamo noi, e c’eravamo perchè l’avevamo espressamente  voluto noi di Trento e voi di Prijedor e non perchè qualcuno esterno ce l’avesse imposto“, aggiunge.

Due anni prima dell’apertura dell’ADL a Trento era stata fondata l’APP di cui Cristina Bertotti è membro dal primo giorno mentre ne è  presidente e rappresentante legale da 4 anni. „Non dovete mai dire a nessuno né scrivere da qualche parte che io sono l’associazione. Alcuni lo dicono, però questo non è vero. Noi siamo tutti ugualmente insieme e spero che qualcuno mi sostituisca. Sono stanca e anziana. Tra poco compio 72 anni. Non sono più una ragazzina“, sorride.

„So che molti cittadini di Prijedor conoscono poco la nostra associazione e conoscono meglio l’ADL e so anche che molti pensano che siano la stessa cosa. Però, ci siamo convinti durante la riunione con il Sindaco di Prijedor(a novembre del 2015 ) che lui conosca molto bene la nostra attività e sa che ADL é solo un segmento del nostro lavoro“, spiega la Bertotti.

„La carta di cittadino d’onore la assegneremo alla signora che da 20 anni viene a Prijedor e che ha realizzato numerosi progetti proprio qui, portando molti nostri  concittadini a Trento a vedere come molte cose vengono affrontate e risolte in una delle regioni più sviluppate d’Italia“, ha detto il Sindaco di Prijedor Маrko Pavic.

„Alcuni sono rimasti a Trento per viverci. Smilja l’ho conosciuta per strada. Vendeva le castagne e pop corn. L’ho portata a Trento per badare a mia mamma anche se lei non aveva bisogno della badante. Dopo ha trovato un’altra famiglia dove lavora ancora oggi. Dario di Ljubija l’ho portato a Trento nove anni fà. Ha imparato un mestiere e lavora come elettricista; ha una ragazza ed è felice in Italia“, dice Cristina.

A differenza dalle altre ONG, l’APP non trova importanti i dati consuntivi ( più adatti  alle comunicazioni con i media e alla pubblicizzazione ) tipo quanti soldi sono stati  donati a Prijedor negli ultimi 20 anni, quanti progetti si sono realizzati e quanti utenti essi abbiano riguardato. „Abbiamo favorito la comunicazione e la collaborazione tra persone. Il valore del denaro è relativo, quello che è importante e permanente sono le relazioni tra i cittadini e tra le istituzioni di Trento e Prijedor“, dice Еzio Pilati, ex presidente e ora membro e volontario dell’APP e chiede:„Se un ragazzo di una famiglia finisce la scuola, trova un lavoro e conosce il mondo fuori Prijedor, e senza questa collaborazione non avrebbe mai potuto farlo, diteci se ciò possa essere misurabile con il denaro?“.

Cristina prima conosceva la ex Jugoslavia solo  perché trascorreva le vacanze al mare a Umago con i genitori. E’ venuta per la prima volta a Prijedor vent’anni fa, per curiosità. Fino ad oggi ha visitato circa 700 famiglie di Prijedor e ha conosciuto i loro problemi, pregi e difetti. „Quando, ad esempio, sosteniamo le cure mediche di qualcuno, non è che diamo solo soldi e basta, ma seguiamo le sue condizioni anche dopo. Così costruiamo rapporti con le persone“, sottolinea. Comprano spesso  manufatti per aiutare quelli che li producono e così rafforzano l’economia locale. Fotografo gli scaffali nell’ufficio di Trento pieni di oggetti che aspettano l’opportunità di essere venduti.

„Ecco, quì ogni lunedì facciamo la riunione del Consiglio direttivo dell’associazione dove discutiamo delle attività e dei piani per Prijedor. Ogni tanto non ci limitiamo a discutere, ma litighiamo proprio“, dice ridendo Paolo Parmesan, membro del Consiglio direttivo. Chiede se sappiamo che il paese di Stivor vicino a Prnjavor è stato fondato da Trentini immigrati nel 1882 e che anche oggi molti paesani lì parlano italiano. „In quel periodo della monarchia degli Asburgo, in Trentino non si stava bene, c’erano la fame e malattie. L’imperatore di allora, Francesco Giuseppe, li ha convinti ad emigrare lì. Una bella storia, ma anche un fatto storico“, aggiunge.

Аndrea Robol, assessore alla cultura, alle biblioteche, lo sport e alle pari opportunità del Comune di Trento, si è trovato a Prijedor durante le alluvioni due anni fà. Ricorda che quell’evento calamitoso che ha colpito Prijedor, nei cittadini trentini ha suscitato una vera gara di solidarietà nella raccolta di aiuti umanitari. „Questa amicizia non è però solo relativa alle situazioni di emergenza, ma ha anche una sua continuità“, ha detto Robol.

L’ex assessora di quel dipartimento, Мicaela Bertoldi, a cui danno il maggiore merito per la fondazione dell’App, si ricorda degli inizi della collaborazione decentralizzata, favorita per molti anni anche dal Sindaco di Prijedor, sottolineando che gli Stati si collegano politicamente e le comunità locali economicamente. „La nostra idea è che la politica esterna venga fatta anche tra le città e non solo tra gli Stati. Questa microdiplomazia non era usuale, ma non era neanche impossibile da sviluppare. Il fatto che le città possono essere fattori diretti nella collaborazione è utile sia per Prijedor sia per Trento“, spiega la Bertoldi.

La conversazione viene brevemente interrotta dall’entrata del proprietario dello spazio che l’APP utilizza dall’anno 2001. Аndrea de Grammatica è dentista il cui studio si trova a fianco dell’ufficio APP. Lui non chiede affitto e paga anche le loro spese di luce e riscaldamento. Non sa quanti soldi avrebbe ricevuto se avesse affittato lo spazio invece che averlo dato gratuitamente. Viene a Prijedor una volta all’anno per visitare due famiglie  cui manda soldi. „Perchè lo faccio? Perchè voglio contribuire, perchè penso che così si debba fare.“

VOLONTARI A SPESE PROPRIE

„Non ci sono soldi per noi. Siamo molto bravi“, dice ridento Paolo Parmesan, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Progetto Prijedor di Trento rispondendo alla domanda in che modo si finanzia l’associazione. „Abbiamo Natalija quì a Trento che lavora part time e abbiamo Dragan e Sladjana a tempo pieno a Prijedor. Noi tutti altri abbiamo le nostre pensioni o gli stipendi e per il lavoro in associazione nessuno di noi riceve un compenso“, spiega aggiungendo che sa di altre associazioni dove non lavorano allo stesso modo.

L’associazione conta circa 130 membri, volontari nel vero senso della parola, perchè nessuno di loro, non solo non ricevono alcun compenso, ma tutti pagano la tessera annua di 50 euro, mentre tutti quelli che vanno a Prijedor si pagano le spese ed inoltre la maggior parte dei membri ha  affidi a distanza, cioè famiglie di Prijedor che sostengono con 360 euro all’anno.

„Questa è una delle nostre più lunghe e più significative attività con cui  in questi 20 anni abbiamo coinvolto circa mille famiglie. In questo momento abbiamo 300 affidamenti attivi. I miei affidati sono la famiglia Brdar che ha cinque figli. Il più grande ha sette anni mentre quello più piccolo era appena nato quando sono andato a trovarli l’ultima volta. Hanno vissuto in una casa senza tetto e la mia prima spesa per loro è stato il rifacimento del tetto stesso“, dice Parmesan e aggiunge: „Per fare questa cosa, bisogna avere un grande entusiasmo”.

L’entusiasmo non manca nemmeno alla presidente APP Cristina Bertotti che lunedì all’Accademia solenne, in occasione del Giorno della Città, è stata  insignita della cittadinanza onoraria di Prijedor. „Posso solamente dire grazie. Da molto tempo io mi sento cittadina di Prijedor e la sento proprio come  la mia città . Questo riconoscimento esprime e comferma quello che sento“, ha detto Cristina Bertotti. Siccome l’importo della sua pensione è di 210 euro e che per ogni viaggio a Prijedor ne paga 150, il Consiglio direttivo dell’APP ha deciso che da quest’anno venga esentata dal pagamento dei viaggi.

„Gentile signora Cristina, che Dio ti benedica e che ti doni la salute prima di tutto. Quanta voglia e quanta energia hai investito sulle nostre zone! Solo dirti grazie è veramente poco, però molti ti portano nel cuore e penso che esso sia il premio più grande che una persona possa ricevere“, ha scritto Slavko Blagic, cittadino di Prijedor commentando sulle reti sociali la notizia del riconoscimento a Cristina Bertotti.

Vive della sua pensione anche Мaurizio Nucida. Dopo l’intervista, va in fretta per prendere il figlio alla scuola religiosa. Una o due volte all’anno viene a Prijedor per trovare le famiglie che aiuta. Considera che il migliore lato di questo progetto sia il fatto che si sa dove vanno i soldi. „Io sono un credente praticante o almeno cerco di esserlo. Però la religione non c’entra nulla con questo perché ci sono tante persone che non sono credenti, ma aiutano. Io faccio questo da 30 anni. Semplicemente, si sente dentro di sé che bisogna fare così“, spiega Maurizio. Anche Cristina nega ogni connessione tra religione e attività dell’APP, che è un’organizzazione laica. „Io credo che tutte le persone siano uguali a prescindere dal luogo di nascita e che tutti debbano avere le stesse possibilità per la vita. Io ho fatto scout per molti anni e lì ci si costruisce il senso di solidarietà e di apertura verso il mondo e verso l’altro. La porta di casa mia è stata sempre aperta per le persone provenienti da diversi Paest“, aggiunge.

Аlvise Miozzo è un giovane di Padova. Lui è membro, volontario e amministratore web dell’associazione. Viene a Prijedor una volta all’anno. Il suo affidato da quattro anni è Ognjen, studente di italianistica. „Questo è il mio primo affido. Prima pagavo solo la tessera. Per me il maggiore valore è l’ amicizia. Con Ognjen ci scriviamo. Ogni tanto gli porto dei libri e dei film in italiano, in modo che possa perfezionare la lingua“, dice Alvise.

DA MICROCREDITI A PROGETTI EUROPEI

Andando sull’ autostrada Lubiana – Мilano, e anche viaggiando per la Regione Autonoma Trentino Alto Adige, non potete non chiedervi perchè anche da noi non è lavorato  ogni  pezzo di terreno coltivabile. „Ma, non direi che si tratti di pigrizia del vostro popolo. Direi che innanzitutto non avete avuto le stesse possibilità come noi“, dice Alvise.

„Тrento ha portato a perfezione la frutticoltura ed é modello a livello europeo e mondiale per quanto riguarda questo settore. La Bosnia Erzegovina non fa parte dell’Unione europea e quindi non ha le possibilità di accedere ai fondi europei per lo sviluppo della sua agricoltura“, ricorda Еzio Pilati, membro del gruppo di lavoro per lo sviluppo locale dell’APP. „Noi non abbiamo  grosse capacità  industriali, e abbiamo visto che la frutticoltura anche da voi ha  buone prospettive quindi  le conoscenze trentine si possano applicare anche dalle vostre parti. Perciò, abbiamo organizzato il trasferimento delle conoscenze attraverso lo scambio di studenti, insegnanti, tecnici e ingegneri. Uno di loro, ad esempio, ha trovato lavoro presso il Ministero dell’Agricoltura della Repubblica Srpska e ha ufficio a Prijedor. Quando abbiamo ampliato la produzione, siamo passati alla vendita e quindi abbiamo iniziato a lavorare sulla sensibilizzazione di frutticoltori sul tema della cooperazione. All’inizio, abbiamo avuto circa 200 frutticoltori; ora ne sono rimasti 15 con idee e progettualità chiare“, dice Pilati. Si ricorda come 20 anni fà i primi passi nella collaborazione tra Trento e Prijedor sono stati microcrediti per agricoltori in tempi quando a Prijedor non esistevano  banche dove si potesse accedere al credito. „Quello era così una volta, ma ecco dove siamo arrivati  adesso“, dice Pilati ricordando il progetto attuale ADRIAFOOTOURING che l’agenzia PREDA realizza all’interno di un consorzio composto da organizzazioni provenienti da Italia, Montenegro, Slovenia, Bosnia Erzegovina e Albania. „Siamo soddisfatti per aver suscitato l’interesse della UE perché  Paesi come la Bosnia Erzegovina possano ricevere soldi per suo sviluppo. Noi siamo partner di secondo livello, e non attori, però abbiamo aiutato affinché  il progetto si attivasse“, ricorda Pilati.

Silvano Pedrini, membro del Consiglio direttivo dell’APP, è iniziatore di una collaborazione pluriennale tra scuole trentine e di Prijedor e anche dello scambio tra studenti e docenti di queste due comunità. „Tutti gli scambi hanno un tema. Quest’anno il tema per gli studenti di Prijedor sarà la coltivazione dei lamponi“, aggiunge Pedrini annunciando la possibilità di ampliare la collaborazione oltre l’agricoltura. „Trento finanzia l’aumento di insegnamento pratico in tutte le scuole superiori su minimo 400 ore all’anno. La mia idea è che una parte di questa prassi si faccia anche a Prijedor“, spiega.

LA CRONACA DA TRENTO

Per le ferie scolastiche primaverili abbiamo portato i figli al lago di Garda e a Gardaland, la versione italiana di Disneyland. „Non ti sarà proprio di strada, ma se riesci, vai a visitare anche Trento. Lì ho fatto due mesi di stage e se potessi, scegliere dove vivere, deciderei di vivere a Trento. La città sembra proprio uscita da una favola“, mi disse un mio collega. Però, non ricordo che qualcuno dei miei interlocutori che ha avuto a che fare con Trento, come la città gemellata,  mi abbia mai parlato di quel suo lato. „Credimi, non ti pentirai“, mi convince il collega. E non mi sono pentita.

Ho trovato la sistemazione  attraverso il sito booking.com. Le ulteriori domande le abbiamo inviate  in inglese e ci arrivano le risposte in italiano. La proprietaria dell’appartamento è una signora rumena. Nella parte vecchia della città il traffico è chiuso, le strade sono per lo più lastricate, il parcheggio limitato solo agli abitanti della zona. Gli indirizzi  ricevuti sono vie, piazze o vicoli, alcuni così stretti che è difficile che due persone possano passare affiancate l’una all’altra. Per prendere un mezzo chiediamo al giornalaio. Lui risponde in tedesco, l’uomo é sulla settantina. La maggior parte dei turisti è di lingua tedesca. La segnaletica turistica è in italiano, ma dove ci sono più lingue spesso il tedesco viene prima dell’inglese. Nei ristoranti non abbiamo trovato le coscie di rana, ma è molto diffusa la cucina bavarese. In quei giorni c’era molta gente che girava perché  la città ospitava la 64esima edizione del più vecchio film festival internazionale della montagna. In dieci giorni migliaia di visitatori hanno visionato 118 film provenienti da tutte le parti del mondo, selezionati tra oltre 500 iscritti. Nel primo weekend del festival in molti punti della città,  si sono viste centinaia di giovani con materassini sulle spalle, con scarpe da freeclimbing e con sacchetti di tela pieni di magnesite appesi alla vita. Quando trovano un muro adatto per arrampicare, segnalano il sentiero, aprono i materassi e immergono le dita nella polvere che usano i ginnasti  o i frequentatori di palestre.

A parte noi, nella visita guidata ci sono ancora Italiani, Spagnoli e Tedeschi. La guida turistica, Piero, uomo sulla tarda sessantina, parla dell’impero romano, del medioevo e dell’impero austroungarico. Salta la Prima e soprattutto la Seconda guerra mondiale e finisce il tour presentando i risultati eccezionali nella frutticoltura e viticoltura in questa parte dell’Italia.

La mappa turistica di Trento ha 20 punti da raccomandare ai visitatori. Si tratta di solito di edifici antichi di valore architettonico, maggiormente le fortezze medioevali, palazzi, chiese, torri, monumenti e musei. I ragazzi alla reception del museo consegnano una foto-immagine con il dettaglio di un oggetto. Nel caso  i visitatori riescano a trovare l’oggetto ricercato, all’uscita ricevono un premio. Così anche le mostre meno interessanti diventano un’avventura. Tra le attrazioni  interessanti ci sono le funivie che portano dalle zone più basse agli alti paesaggi alpini e alle famose Dolomiti, Comunque la destinazione più frequentata da tutti è il Museo delle Scienze, inaugurato meno di tre anni fà. Si tratta di un edificio di architettura moderna a sette livelli che unisce la natura e la scienza, partendo dal dinosauro per arrivare ai micro chip, in modo adatto ai bambini e interessante anche per gli adulti, con le camere sensoriali per i neonati. Nei bagni sia maschili, sia femminili esiste lo spazio per cambio pannolini.

Un’altra attrazione stagionale e ad alta frequenza turistica di Trento è piazza Dante dove vengono organizzati numerosi eventi per bambini soprattutto nel periodo natalizio. La crisi di migranti ha cambiato l’immagine di questa piazza. Ci sono vicine sia la stazione dei treni, sia quella degli autobus e il centro dove sono sistemati i profughi e i richiedenti asilo provenienti dall’Asia e dall’Africa. Essendo più numerosi in questa parte della città, ci sono sempre  più poliziotti. Si vedono in giro anche graffiti tipo: „Non esiste la pace per quelli che vivono della guerra“, „Razzisti, via dalle città“  „I governatori fanno le guerre, e non gli immigrati“.  Un pensionato di Trento Maurizio Nucida ci dice: „Questo parco è un luogo pericoloso. Un grande errore della nostra politica è che gli diano le sigarette, telefoni, biglietti dell’autobus, vitto e alloggio e che quelle persone non facciano niente. Se gli viene dato di più, loro chiedono e aspettano ancora di più. Questa non è una soluzione“. Micaela Bertoldi, del Forum per la pace e diritti umani della PAT è contraria alla chiusura dei confini europei per gli immigrati, sottolineando che tali decisioni hanno aspetti culturalmente negativi e lasciano maggiore spazio alle criminalità. „L’apertura e la collaborazione diminuiscono le opportunità per nuovi conflitti e dall’altra parte rappresentano anche una difesa dallo spaccio e dal commercio di esseri umani. Una volta ottenuto il valore “ democrazia “, non vuol dire che il processo sia chiuso, ma bisogna lavorare sul mantenimento di tale valore. L’egoismo è contrario ad esso. I muri, recinti e fili non sono la soluzione del problema“, dice la Bertoldi.

Il tempo a Trento è variabile. Si vendono ombrelli e impermeabili ad ogni angolo. Il clima non impedisce e non rinvia le visite guidate per bambini. Si incontrano spesso, anche nei luoghi che non sembrano interessanti per i più piccoli. Di questo si occupano le guide turistiche, specializzate per fascie di età. Le istituzioni che li ospitano e altri visitatori sono tutti molto più rilassati di noi. Mi ricordo che una volta tempo fa mia figlia mi ha chiesto che cosa altro si fa nel museo oltre che tacere. Ritornando a Prijedor, trovo l’annuncio del progetto „Piccoli turisti“ dell’organizzazione turistica di Prijedor e della Repubblica Srpska. Mi sono detta, è proprio quello che ho visto e che ci manca. Ecco, nei miei 17 anni come giornalista, non mi ricordo di aver fatto un annuncio più bello. Tutti i bambini di età prescolastica degli asili di Prijedor “Radost” visiteranno decine di punti importanti della loro città che non sapevano neanche che esistessero o sui quali ne sapevano poco. Se poi il piccolo esercito verrà vestito con le magliette con la stampa del primo murales “L’uomo con il cappello”, realizzato grazie alla collaborazione con Trento…per un buon inizio sarà più che sufficiente.