La redazione ha incontrato Asia Manneschi che ci ha raccontato la sua prima esperienza di tirocinio con l’associazione Progetto Prijedor.
Ci racconti un po’ di te?
Sono Asia Manneschi e mi sono laureata in Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale nel 2021 presso l’università degli studi di Firenze.
Come hai conosciuto l’associazione e il progetto?
Verso la fine del mio percorso di studi, mentre mi domandavo cosa avrei fatto dopo, ho avuto modo di conoscere meglio un mio professore, che sarebbe diventato poco dopo il mio relatore, il Prof. Alessandro Cocchi.
Con il Prof. Alessandro abbiamo analizzato varie possibilità di tesi e, visto il mio interesse a realizzare una tesi pratica, mi ha proposto di analizzare e seguire un progetto al quale lavorava con l’Associazione Progetto Prijedor di Trento.
È nata così la mia tesi: “Il microcredito come strumento di sviluppo locale, il caso della Bosnia Herzegovina”. Ho conosciuto in quel periodo l’associazione e grazie alla loro disponibilità ho avuto accesso a tutti i documenti che mi servivano, ho avuto la possibilità di intervistare i referenti locali a Prijedor Dragan e Sladja e sono riuscita a scrivere un’ottima tesi.
Quale è stato il tuo ruolo nel progetto?
Dopo essermi laureata è arrivata la proposta da parte dell’associazione per collaborare con loro. Grazie a questo ho continuato a seguire per circa un anno il progetto che avevo studiato nella mia tesi: “Sostegno allo sviluppo economico-sociale partecipato del territorio e promozione dell’imprenditoria in Bosnia Erzegovina”
Ho continuato a lavorare al progetto che l’APP è riuscita a costituire, ovvero, presso una banca locale, un fondo di micro- credito per facilitare le condizioni che ostacolano l’accesso ai finanziamenti per le start- up e per i piccoli imprenditori.
Ho anche seguito, tra le altre cose, l’organizzazione del corso tenuto dall’APP che aveva la finalità di formare i futuri gestori di uno sportello informativo a Prijedor. Questo corso era rivolto in particolare ai referenti locali, per dare loro le basi necessarie per poter aiutare i futuri micro imprenditori locali ad ottenere piccoli prestiti soprattutto nel campo dell’agricoltura.
Verso novembre, in concomitanza con l’attenuarsi dell’emergenza Covid e la necessità dell’associazione di tornare a Prijedor dopo due anni di fermo, ho avuto la possibilità di partecipare alla mia prima missione sul campo e partire insieme al Project manager Franco Turri ed al Presidente dell’associazione Ezio Pilati.
Siamo partiti per la Bosnia da Trento, carichi di mascherine e computer donati dal comune di Trento destinati alle scuole di Prijedor.
Dopo aver incontrato finalmente dal vivo i rappresentati dell’ufficio locale APP e aver fatto il punto della situazione sono iniziate le visite:
Abbiamo incontrato i rappresentati della società di credito Taurus, partner nel progetto, e alcuni beneficiari dei prestiti. Abbiamo così verificato le applicazioni pratiche dei micro-prestiti .
Abbiamo visitato, assieme alla sua responsabile Karolina Vuruna, il polo sociale di Ljubija, punto di riferimento per ricevere assistenza ed un pasto caldo. Il centro è importantissimo nella zona visto l’alto tasso di povertà conseguente alla chiusura della miniera.
Abbiamo visitato la scuola agraria di Prijedor, parlato con i professori e visto i laboratori a disposizione dei ragazzi. Molti macchinari sono stati acquistati dall’associazione tramite progetti precedenti. La visita aveva anche lo scopo di capire come risolvere uno dei grandi problemi in Bosnia: la migrazione di molti ragazzi finita la scuola.
Abbiamo partecipato all’inaugurazione di uno dei murales presenti nel centro di Prijedor (anche questo rientrava in un progetto passato dell’associazione).
Abbiamo incontrato il vicesindaco, l’assessore all’agricoltura del comune di Prijedor e i rappresentanti dell’ufficio di democrazia locale (PREDA).
Abbiamo consegnato i computer donati dal comune di Trento alla scuola superiore.
Ho poi avuto modo di visitare alcune famiglie, i quali bambini rientrano nel progetto affidi a distanza, per realizzare un piccolo report che evidenziasse le difficoltà e le carenze basilari di alcune famiglie e quanto questo progetto sia importante per loro.
Questo è solo un piccolo riassunto delle cose che abbiamo fatto durante la settimana passata a Prijedor, grazie alle mie ottime guide ho avuto anche modo di vedere posti nuovi e conoscere la storia profonda di questa cittadina, segnata dalla guerra e dalle tante difficoltà ma con tanta voglia di rialzarsi.
Cosa ti porti a casa per il tuo futuro professionale?
Dopo la mia laurea ero sicuramente decisa a rimanere nel campo della cooperazione e delle relazioni internazionali ma non avevo ancora un progetto definito. Grazie a questa esperienza ho capito che il ruolo del cooperante e del progettista mi piace molto, mi piace l’idea di poter viaggiare ed essere sempre a contatto con realtà diverse, mi piace poter aiutare altri tramite il mio lavoro.
Grazie all’associazione ho potuto realizzare la mia prima esperienza dopo l’università e dopo questa periodo ho delineato meglio il mio futuro professionale, orientando in questo campo sia le mie scelte lavorative che didattiche.
Intervista a cura di Stefania Bortolotti.