Prijedor

 

Bosnia Erzegovina
Bosnia Erzegovina

La Municipalità di Prijedor si trova nel nord-ovest della Bosnia Erzegovina, nell’entità della Republika Srpska. La Municipalità comprende la città di Prijedor e altri centri minori e aree rurali e montuose, con una popolazione di circa 100.000 abitanti.
Per quanto riguarda gli abitanti, la situazione è andata modificandosi con l’inizio del rientro della componente bosniaco-musulmana che prima della guerra era maggioritaria (secondo il censimento del’91, i Bosniaco-Musulmani rappresentavano il 43,85% della popolazione totale, i Serbi il 42,27%, i Croati il 5,61%; in totale si contavano 112.543 abitanti) . A Prijedor sono rientrate circa 25.000 persone (delle quali circa 10.000 pendolano con i propri domicili nei paese europei), di nazionalità bosniaco-musulmana a fronte di circa 50.000 persone presenti prima della guerra e della pulizia etnica. La presenza sul territorio della municipalità di Prijedor di profughi di nazionalità serba si è andata riducendo, dai 38.000 alla fine della guerra ai 18.000 di oggi.
La situazione di Prijedor è caratterizzata dalla ripresa della convivenza tra gruppi etnici: essa si manifesta in modo esplicito nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nei servizi pubblici, in alcune associazioni che si definiscono coraggiosamente multietniche. Tuttavia tensioni tra i gruppi persistono, anche come prodotto dell’instabilità della regione. Da qui la necessità di continuare a sostenere il processo di coesione sociale, condizione indispensabile per la rinascita sociale e civile, attraverso le attività legate al Forum Civico, allo sviluppo culturale, alla promozione di occasioni di elaborazione delle cause del conflitto e alla promozione dell’associazionismo.
La situazione economica della Municipalità di Prijedor si inserisce nella cornice che segna la BiH a dodici anni dalla fine della guerra. E’ un paese sospeso, lacerato dalle proprie contraddizioni e dai propri fantasmi. Non solo quelli di Ratko Mladić, di Radovan Karadžić o di altri criminali liberi e spesso riveriti.
Un paese straordinariamente ricco di risorse naturali – l’acqua dei fiumi verde smeraldo che scorre ovunque, i boschi come non trovi in nessuna altra parte d’Europa – ma prima ancora di storia e di cultura, di tradizioni e di saperi, di città straordinarie come Sarajevo o Mostar che questa storia continuano a raccontare, nonostante tutto. Eppure nel dopoguerra sono cresciute le condizioni di povertà. La criminalità economica dagli affari della guerra è passata a gestire quelli della ricostruzione, aiuti compresi. Così come si parla ormai apertamente di fallimento del castello istituzionale che gli accordi di Dayton hanno costruito. Ogni problema è motivo di propaganda dei partiti nazionalisti per dare la colpa all’altro e così rinascono le lacerazioni che ci rimandano all’incapacità di interrogarsi sulla guerra degli anni ’90 e sulla sua natura.

Questa situazione si riflette nella realtà di Prijedor, tanto sul piano politico quanto su quello economico e sociale. L’attività produttiva sta riprendendo lentamente ma la maggior parte delle attività imprenditoriali continuano a riferirsi al commercio e alla ristorazione, l’opposto cioè di una prospettiva di sviluppo sostenibile ed autocentrato. Da qui la necessità di percorrere la strada dello sviluppo endogeno, basato sulle risorse locali, dove agricoltura, zootecnia, indotto di servizi, artigianato e industria di trasformazione, ma anche turismo rurale, siano parte di progetti integrati e partecipati. A questa necessità il Progetto Prijedor vuole rispondere attraverso le iniziative di promozione dello sviluppo locale autosostenibile, quali il sostegno all’associazione agricoltori, attività di microcredito, attività di formazione per giovani imprenditori, promozione di attività imprenditoriali basate sul rispetto dell’ambiente e le energie rinnovabili. In particolare nel corso degli ultimi anni abbiamo sostenuto un’azione di stimolo culturale verso la coesione economica e sociale sul piano locale attraverso un confronto sull’esperienza dei patti territoriali.
Casi di povertà estrema sono una caratteristica dominante nella municipalità di Prijedor, situazione che colpisce in modo particolare le persone anziane sole, come in gran parte della Bosnia Erzegovina. I disoccupati registrati nella Municipalità di Prijedor sono circa 13.000 e questa situazione colpisce tutti i settori della popolazione, ma soprattutto i giovani, e mette a rischio la sostenibilità del processo di ritorno. Gli occupati nella Municipalità di Prijedor sono circa 16.000 (ovviamente tutti questi dati non prendono in considerazione l’economia sommersa) e lo stipendio medio della Republika Srpska è di circa 200 euro al mese.

Prijedor, vecchia cartolina
Prijedor, vecchia cartolina